Dottoressa Alessandra Piccolino | Biologa Nutrizionista

Quando parliamo di alimentazione e dieta, i grassi vengono subito messi alla gogna. La loro demonizzazione è tuttavia giustificata solo in parte, perché i demonizzazione è tuttavia giustificata solo in parte, perché i grassi vanno suddivisi in categorie distinti, cioè quelli buoni e quelli cattivi.

I grassi saturi sono stati indentificati come potenzialmente dannosi per la salute dell’uomo. La maggior parte dei grassi saturi di origine animale e si trovano nei prodotti caseari e nelle carni ad alto contenuto di grassi: parti grasse del maiale, del manzo e dell’agnello, prodotti caseari ad alto contenuto di grassi, come il latte intero, il burro il formaggio, la panna acida, oli tropicali come olio di cocco, olio di palma o burro di cacao.

Mangiare quantità troppo elevate di grassi saturi può, oltre che fa aumentare il peso, accrescere il rischio di alzare i livelli di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue.

Vengono considerati salutari e non nocivi gli avidi grassi insaturi, che si dividono in grassi monoinsaturi e polinsaturi. I grassi monoinsaturi sono presenti in diversi alimenti e oli ed è stato dimostrato come il loro consumo permetta di aumentare il livello di colesterolo HDL (colesterolo buono) nel sangue, prevenendo così il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. I cibi in questione sono le mandorle, gli anacardi, le noccioline, le noci, gli oli vegetali come quello d’oliva o di arachidi.

I grassi polinsaturi sono conosciuti anche con il nome di grassi essenziali, perché il corpo non può produrli e li necessita dal cibo. Le principali fonti di questi grassi polinsaturi, chiamati acidi grassi omega – 3, hanno una funzione particolarmente benefica per il cuore.

post-img
Prev post

Dieta Fodmap: come funziona?

Next post

Fegato e Alimentazione: cibi si e cibi e no

post-img